All’esito dell’appello è stata confermata a carico del 69enne Ruga la condanna per il reato di associazione mafiosa, con ruolo verticistico, con la rideterminazione della pena che passa da 24 anni a 22 anni e 4 mesi di reclusione. Una decisione che l’avvocato Giuseppe Gervasi, difensore del Ruga, ha così commentato: «Stupisce la conferma della condanna per il reato di partecipazione ad associazione mafiosa, considerato che solo qualche mese fa la Cassazione, in accoglimento del mio ricorso nel giudizio abbreviato, aveva sancito l’inesistenza di questa stessa associazione mafiosa. Confido nel buon esito del ricorso in Cassazione alla quale certamente mi rivolgerò».
Per quanto riguarda gli altri imputati, che sono stati giudicati con il rito ordinario la Corte reggina ha rideterminato la pena inflitta ad Antonio Franco in 3 anni e 8 mesi, a Salvatore Certomà in 2 anni. Ed ancora ha rideterminato la pena a Maria Concetta Ruga in 2 anni, concedendo le attenuanti generiche, con sospensione condizionale della pena e revoca dell’interdizione dai pubblici uffici.
La Corte, che ha indicato in 90 giorni il termine per il deposito delle motivazioni, ha dichiarato estinti per intervenute prescrizione i reati ascritti a Giorgio Vertolo e Filippo Amato.
I giudici reggini, infine, hanno riconosciuto la rifusione delle spese sostenute dalle parti civili Regione Calabria, Comuni di Monasterace e Camini da un soggetto privato.
Nel processo sono intervenuti anche gli avvocati Alfredo Arcorace, Antonio Spadaro, Marco Ruga, Marcello Manna, Salvatore Staiano e Vincenzo Cicino.
“Confine 2” è il nome dell’operazione eseguita dai Carabinieri di Locri, coordinati dalla Procura Antimafia di Reggio Calabria. L’inchiesta antimafia si fonda sullo sviluppo investigativo della precedente operazione detta “Faida dei Boschi – Confine 1”, che ha riguardato il comprensorio ricadente nel comune di Monasterace e nelle aree limitrofe. FONTE – ROCCO MUSCARI