Dom. Lug 28th, 2024

Tra i rifiuti, lapidi funerarie, eternit e persino bottiglie di conserva di pomodoro

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Discariche a macchia di leopardo stanno nascendo in varie zone del paese. Quelle più in vista, nei pressi del greto del fiume Stilaro e, ultima notata, quella nei pressi dell’ingresso sud del paese sulla sponda destra del fiume, lambita dalla provinciale 9, vicino alla tabella turistica “Bivongi”. Mentre l’Amministrazione comunale si sta prodigando per riqualificare il territorio tanto che è riuscita, dopo più di vent’anni, a bonificare la discarica a cielo aperto di Vina, ecco la nascita di nuovi sconci, più piccoli per non dare nell’occhio, nella periferia compresa tra Forca, Argalia e Vina.

Proprio sul greto del fiume Stilaro, lambito dalla strada comunale, si rilascia di tutto, vista la comodità con cui ci si arriva. Poi, ignoti giungono da fuori paese con il calar della sera, approfittando della mancanza d’illuminazione pubblica e abbandonano materiale di qualsiasi genere. Batterie esauste, eternit, oli e altro, rogba che crea miasmi e inquina le falde acquifere. Addirittura si notano ancora pezzi di marmo di lapidi su cui compaiono scritte a rilievo, legno che venire da casse da morto, e mattoncini di quelli utilizzati nei cimiteri. La preoccupazione è tanta perché siamo nei pressi di Argalia, dove si trovano i pozzi da cui si pompa l’acqua per l’acquedotto cittadino, specie in estate quando aumenta la popolazione. Sull’ultima discarica scoperta, quella all’ingresso sud del paese, oltre a plastica, si è trovato vetro, materiale inerte, persino bottiglie piene di passata di pomodoro. Materiale scaricato furbescamente sulla sponda destra del fiume così, appena arriva la pioggia e la portata dello Stilaro aumenta, tutto è portato verso la foce di Monasterace. Altro scempio nell’area Noceto, dove sorge la bocca di Miniera e il centro espositivo dell’ecomuseo delle ferriere. Anche qui non mancano plastica, vetri, batterie esauste, eternit, lamiere e piastrelle per i bagni.

Cittadini increduli e delusi: mai in paese si era visto uno scempio del genere. Si continuano a invocare telecamere di videosorveglianza in paese ma anche nelle zone limitrofe, ma restano ancora inevase le richieste della passata Amministrazione comunale per il monitoraggio del territorio. Gli enti preposti alla concessione sostengono che Bivongi non è una cittadina a rischio. Oggi, l’Amministrazione comunale sta facendo grandi sforzi per ripulire il territorio e i 15 mila euro ottenuti dalla Regione e spesi per zona Vina sono pochi. Servirebbero maggiori forze per dare ai cittadini luoghi più vivibili eper offrire a quanti giungeranno già dalla prossima primavera, un’accoglienza da vero luogo turistico.

UGO FRANCO

SERVIZIO DI UGO FRANCO
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