Sab. Lug 27th, 2024
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Il risultato (ancora parziale) vede i Cinquestelle sotto il 5%. «Forse meglio un passo indietro, rischiamo l’irrilevanza». I dubbi di Di Maio a UnoMattina: «Ci candideremo solo dove siamo pronti»

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L’opzione è già “in the conversation”. Cioè si valuta seriamente e ha sostenitori piuttosto decisi. A maggior ragione dopo i risultati della mini consultazione amministrativa del 10 novembre. Il dato di Lamezia Terme, una debacle per il Movimento Cinquestelle, spinga in avanti il “partito” del disimpegno. Quando i risultati sono ancora parziali ma comunque consolidati, il candidato a sindaco Silvio Zizza viaggia sotto il 5% dei consensi (circa il 4,7% per Zizza, 4,4% per la lista).
È abbastanza per dire – sono parole di un esponente di vertice del Movimento – che «il simbolo non tira più. E purtroppo sta diventando la norma nelle consultazioni locali». A questo punto «sarebbe meglio un passo indietro, per non rischiare un’altra batosta alle Regionali che ci relegherebbe nell’irrilevanza politica». L’ipotesi era già emersa nei giorni scorsi. E aveva trovato l’opposizione ferma di Paolo Parentela, che il M5S ha chiamato a coordinare la road map che porterà alle elezioni in gennaio. «È infondato – ha spiegato Parentela – che vorremmo rinunciare a presentare nostre liste. Stiamo invece impegnandoci per costruire un progetto politico fondato su precisi punti di programma, che stiamo definendo in condivisione tenendo conto delle priorità: legalità, sanità ambiente, agricoltura, trasporti, turismo e innovazione. Inoltre stiamo valutando i migliori profili della Calabria onesta per offrire ai calabresi, prima del voto del prossimo 26 gennaio, l’indicazione della squadra di governo che affiancherà il nostro candidato presidente».
La contrapposizione interna c’è. E la “corrente” del disimpegno è alimentata (anche) dal risultato non certo esaltante di Lamezia Terme.
“In the conversation” entra anche Luigi Di Maio, capo politico del Movimento che, nel lanciare il cronoprograma del governo dei 5Stelle per il 2020, analizza la situazione politica («stare al governo non ha mai portato consensi – dice a Uno Mattina – ma abbiamo deciso di stare al governo per fare le riforme e vinceremo la sfida se completeremo il programma elettorale») e, rispetto alle prossime regionali non si sbilancia ma chiarisce che dove il
Movimento sarà pronto lì si presenterà, dove non si riterrà pronto non ci sarà e questo «sarà spiegato ai cittadini». Altra carne al fuoco per la dialettica interna dei Cinquestelle. (ppp)

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