Sab. Lug 27th, 2024

Nello sport, così come nella vita, ci sono persone che lasciano il segno. Un segno indelebile, che nemmeno il tempo potrà mai cancellare. Persone speciali, che sono riuscite a fare del calcio una passione e a farsi apprezzare in giro per i campi calabresi, non solo come giocatori ma prima ancora come uomini.

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È il caso di Francesco “Ciccio” Zerbi, da tutti conosciuto con l’appellativo de “Il lupo”, morto il 30 maggio 2014 all’età di 34 anni a seguito di un incidente stradale avvenuto sull’arteria Jonio-Tirreno, all’altezza del viadotto Sciarapotamo. Quasi cinque anni, insomma. Tanto è passato dal quel tragico giorno. E da allora, per i familiari, è come se il tempo si fosse improvvisamente fermato. Nulla, infatti, è più come prima. La mancanza di Ciccio si fa sentire anche nelle piccole cose, quando era solito trascorrere i giorni di festa assieme alla moglie Jessica, ai suoi tre figlioletti e ai propri cari; oppure quando le domeniche regalava emozioni ai tanti tifosi che riempivano le tribune dei vari stadi, come l’“Elvio Guida” di Polistena, la sua città, dove subito dopo il tragico fatto è nata un’associazione (“Gli Amici del Lupo”) che si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della sicurezza stradale e affianca la famiglia Zerbi nella battaglia giudiziaria avviata proprio per chiedere verità sulla morte di Ciccio.

«Su di lui – ci confida il fratello Giuseppe con la voce rotta dall’emozione – avrei tanto da dire. Tra di noi c’era un rapporto schietto e sincero. Mi riempiva di soddisfazioni, non solo con i gol ma anche con i suoi modi di fare. Pensa che l’ho seguito in tutte le squadre in cui ha giocato, si può dire che non mi perdevo una partita». Ecco, questo era Ciccio: una persona speciale e stimata da tutti. Basti pensare che il giorno del funerale neanche la chiesa Matrice di Polistena riusciva a contenere le tantissime persone arrivate da ogni parte della Calabria per porgli l’estremo saluto.

Sai, Ciccio: oggi in tanti lottano per chiedere verità e giustizia sulla tua morte. E siamo sicuri che la verità, prima o poi, verrà fuori. In tuo ricordo, in ricordo di un campione che non morirà mai.

RCSPORT

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