Sab. Lug 27th, 2024

In una comunicazione del 28 giugno, il management dello Sviluppo economico preannuncia l’invio di un’informativa alla Corte dei conti. E chiede un intervento della Cittadella per rimettere ordine

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Ora nel mirino del ministero dello Sviluppo economico finisce la Regione Calabria con quelle che a Roma ritengono inerzie che andranno, come minino, spiegate. La comunicazione in possesso del Corriere della Calabria risale al 26 giugno scorso; l’argomento è – per l’ennesima volta – la nomina degli organi della Camera di Commercio di Catanzaro.
La comunicazione firmata dal direttore generale Mario Fiorentino, risponde alla lettera con la quale Giorgio Sganga, nominato commissario straordinario dalla Regione prima dell’elezione di Daniele Rossi, rappresenta «l’impossibilità materiale di svolgere il proprio ruolo», sebbene invitato sia dalla Regione che dal ministero «a ritenere il proprio incarico ancora in essere a causa dell’annullamento dei decreti regionali». Serve un passo indietro: la Regione, infatti, aveva nominato i consiglieri della Camera di Commercio il 18 settembre 2017 e indetto le elezioni, salvo poi annullarle a novembre. A quel punto, la Camera del capoluogo aveva deciso di andare avanti nonostante tutto, ritenendo regolare l’insediamento degli organi. Per Regione e vertici ministeriali, invece, dopo l’annullamento dei decreti Sganga sarebbe dovuto tornare al proprio posto. Cosa mai avvenuta. È per questo che Roma chiede di «conoscere le determinazioni che la Regione intende adottare al fine di evitare che il protrarsi della grave situazione di illegittimità maturata a seguito dell’insediamento del consiglio della Camera di commercio di Catanzaro, in assenza di un titolo giuridicamente valido, possa conseguire effetti lesivi del più generale interesse pubblico e dei connessi profili erariali».
La comunicazione di Fiorentino annuncia l’invio degli atti alla Corte dei conti e all’Ispettorato generale di Finanza pubblica, mentre ricorda che «gli organi della Camera di Commercio di Catanzaro «continuano a esercitare le proprie funzioni adottando i relativi provvedimenti di gestione e utilizzando le relative risorse finanziarie, la cui legittimità potrebbe essere oggetto di contestazione da parte degli organi di controllo». Il caos, insomma, continua. 

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